L'unione europea fa ancora fatica a contrastare l'inquinamento marino causato dalle navi, secondo una relazione della Corte dei conti europea i controlli effettuati restano inadeguati e le sanzioni, nei casi in cui vengano effettivamente applicate, sono blande. Nonostante alcune normative più severe rispetto agli standard internazionali, l'efficacia dell'azione degli Stati membri è insufficiente, con il rischio di compromettere il raggiungimento dell'obiettivo inquinamento zero entro il 2030. “In realtà, si stima che più di tre quarti dei mari europei abbiano un problema di inquinamento e, dunque, l’ambizioso obiettivo di raggiungere un inquinamento zero per proteggere la salute delle persone, la biodiversità e gli stock ittici non è ancora in vista”, ha affermato Nikolaos Milionis, il membro della Corte.
Tra le criticità segnalate quella che risalta maggiormente è l'elusione delle normative da parte degli armatori, i quali possono cambiare bandiera prima dello smantellamento delle navi, in questo modo si evita l'obbligo di riciclo. Nel 2022 una nave su sette al mondo batteva bandiera Ue, ma la parcentuale scende del 50% tra quelle a fine ciclo di vita. Anche la normativa sui container persi in mare risulta inefficace, molte perdite non vengono dichiarate e sono molto pochi i recuperi che poi vengono effettuati. Le tecnologie per individuare e contrastare l’inquinamento esistono, ma sono scarsamente utilizzate, per esempio il sistema di sorveglianza satellitare CleanSeaNet ha rilevato 7.731 possibili sversamenti nei mari europei tra il 2022 e il 2023, con Spagna, Grecia e Italia tra i paesi più colpiti. Di questi meno della metà è stato verificato dalle autorità, e solo il 7% ha portato a conferme di inquinamento.
La Corte inoltre denuncia la mancanza di ispezioni preventive e la rarità delle sanzioni, è stato sottolineato come i soggetti che scaricano in mare sostanze inquinanti raramente vengono puniti, e le violazioni relative alle attrezzature da pesca abbandonati sono raramente segnalate. Inoltre non sono monitorati, né dalla Commissione né dagli Stati, i fondi europei destinati al contrasto dell'inquinamento marino.
La contaminazione dei mari causata dalle navi, tra cui mercantili, traghetti, pescherecci e imbarcazioni da diporto, resta dunque un problema critico. Senza un rafforzamento delle misure di controllo e l’applicazione di sanzioni più severe si rischia di distruggere una risorsa importantissima per le nostre economie.