L'associazione che rappresenta i produttori e i fornitori di componenti e veicoli in Italia (Anfia) ha espresso incredulità e preoccupazione per l'assenza di misure chiave nel documento preliminare diffuso a fine febbraio 2025.
L'industria automotive europea vive un periodo di forte chiede un cambiamento nella strategia di transizione verso la decarbonizzazione della mobilità, un percorso, che secondo Anfia, deve essere aggiustato. L'industria in particolare chiede l'annullamento delle sanzioni previste per i costruttori europei e il rafforzamento delle misure, come ad esempio l'adozione della neutralità tecnologica, principio sottolineato anche dal rapporto Draghi. La transizione non può escludere i carburanti non fossili a basso o nullo contenuto carbonico, che dovrebbero rappresentare una parte integrante del mix energetico del futuro, insieme all'idrogeno. Un altro aspetto cruciale riguarda l'importanza della ricerca e dello sviluppo, nel testo preliminare non viene affrontato, secondo l'associazione, in maniera adeguata il tema degli investimenti nel settore chimico e nei sistemi costruttivi per le batterie, finanziare questi ambiti vorrebbe dire ridurre la dipendenza dalle filiere internazionali. Per il lungo periodo viene sollecitata l'introduzione di un piano decennale per il rinnovo del parco circolante in Europa, che dovrebbe basarsi su criteri di basse o nulle emissioni.
"Meglio continuare il confronto costruttivo e accogliere finalmente il contenuto minimo per mantenere il settore vitale in Europa. Non dobbiamo avere paura di cambiare la rotta tracciata dalla scorsa legislatura europea non solo perché non si è rivelata vincente, ma anche perché, nel frattempo, lo scenario mondiale è cambiato." ha affermato Marco Stella, presidente del gruppo componenti Anfia e vice presidente di Clepa. Il tempo per il cambiamento è adesso, è necessario rivedere il piano strategico in vista del 2035.