Sono stati avviati una serie di test per valutare gli effetti delle bio-benzine sui veicoli d'epoca. Si tratta di una ricerca, dal titolo "Asi Net Zero Classic" promossa dall’Automotoclub storico italiano (Asi) con la partecipazione delle università degli Studi di Firenze e di Trieste, del Politecnico di Milano, delle testate Quattroruote e Ruoteclassiche e di InnovHub - Stazione SperimentaleCarburanti.
Le bio-benzine, prodotte da scarti agricoli e altre materie prima rinnovabili, consentono una riduzione dell'80% delle emissioni di CO2, rispetto ai carburanti tradizionali, con un abbattimento del 65% sull'intero ciclo di vita del prodotto. I risultati finora ottenuti sono promettenti, il motore non subisce variazioni di prestazioni, in alcuni casi si è anche visto un miglioramento. Tra le prove più significative, si segnala il test-drive di una Lancia Flaminia Gt touring del 1967, che ha percorso ben 10 mila km alimentata con bio-benzine. Quindi le prestazioni costanti, o migliori, e le emissioni di gas di scarico diminuiscono. Un dato interessante è che le bio-benzine sono compatibili con i motori tradizionali, quindi non sono necessari lavori di modifiche. Inoltre possono essere miscelate con la benzina di origine fossile in diverse proporzioni, ad esempio il prodotto "sustain classic super 80" è un mix di 20% fossile e 80% bio, la composizione esclude l'uso di etanolo, riducendo così i rischi di corrosione e garantendo una combustione completa ed efficiente.
I primi risultati sono stati presentati ieri, presso la Camera dei deputati, durante il convegno “Il contributo dei bio-carburanti per il raggiungimento degli obiettivi Ue Fit for 55”. Sono intervenuti Alberto Scuro (presidente Asi), Giovanni Ferrara (professore ordinario dell’università di Firenze), Francesco Di Lauro (presidente commissione Asi green), e altri.
Il lavoro dell'Asi è stato elogiato per il contributo alla sostenibilità e alla salvaguardia dei motori d'epoca, un simbolo di tradizione che non merita di finire in garage.