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Dazi Usa su alluminio e acciaio: obiettivo proteggere la produzione locale

Le misure sollevano preoccupazioni su impatti economici a lungo termine

A partire dal 10 febbraio 2025 il presidente americano Donald Turmp ha confermato la volontà di reintrodurre i dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Stati uniti, l'entrata in vigore di questa norma è prevista per il 4 marzo. L'obiettivo è proteggere la produzione nazionale e ridurre la dipendenza dai Paesi esteri, in particolare Cina e Russia. 

Si tratterebbe di un'estensione dei dazi introdotti già nel 2018, che non sono si applicano ad acciaio e alluminio ma anche ai prodotti derivati. Gli Stati uniti infatti sono fortemente dipendenti dall'importazione di questi materiali, i principali importatori sono Canada e Messico. La politica di Trump mira a riequilibrare la bilancia, favorendo i produttori locali e cercando di contrastare il declino industriale. Tuttavia gli effetti concreti di questi dazi sono incerti. Nel 2018 infatti non portarono alcuna crescita né nella produzione né a livello occupazionale. L'aumento dei costi per le materie prima potrebbe invece danneggiare le industrie, come quella delle costruzioni o dell'automotive che sono dipendenti dall'acciaio.

Il Canada che fornisce il 90% del suo alluminio agli Stati uniti ora potrebbe trovarsi a dover diversificare le proprie esportazioni verso altri mercati, ad esempio Asia e Europa, questo però risulta complicato a causa della sovraccapacità produttiva cinese. 

Nel breve periodo l'impatto sarà contenuto, grazie ad un assorbimento dei prezzi aumentati da parte delle industrie. Però l'incertezza sulla durata delle misure e sulle future negoziazioni potrebbero portare a una nuova fase di instabilità.

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