Il 2024 si rivelato un anno critico per il settore automobilistico europeo, con i fornitori di componenti che hanno visto un'impennata dei tagli occupazionali. Secondo un'analisi condotta dall’Associazione europea dei fornitori automobilistici (Clepa) per il Financial Times, più di 30 mila posti di lavoro sono stati eliminati, più del doppio rispetto al 2023. Da quando è iniziato il rallentamento del mercato, nel 2020, il settore ha subito una perdita netta di oltre 58.000 posti di lavoro in Europa.
Le difficoltà della filiera sono accentuate dalla persistente debolezza della domanda di veicoli e dall'alto costo delle materie prime, a cui si aggiunge la sfida della transizione verso i veicoli elettrici. A risentirne maggiormente sono le aziende fornitrici di componenti automobilistici come Michelin e Bosch, che hanno annunciato significativi licenziamenti, a causa della riduzione della produzione da parte dei produttori di auto europei, incapaci di far fronte alla sovraccapacità e alle poche prospettive di crescita.
In parallelo, grandi case automobilistiche come Volkswagen e Stellantis hanno intrapreso azioni di ridimensionamento, con la chiusura di impianti e tagli consistenti nella forza lavoro. A dicembre, Volkswagen ha raggiunto un accordo con i sindacati per ridurre di 35.000 unità il proprio organico in Europa, e altre aziende come Valeo, Feintool, Michelin e Schaeffler hanno attuato piani di ristrutturazione simili. In particolare Michelin ha chiuso due impianti in Francia, mentre Schaeffler ha annunciato il taglio di 4.700 posti di lavoro.
Nonostante gli sforzi per adattarsi alla crescente concorrenza cinese e alle sfide poste dalla transizione energetica, il settore automobilistico europeo sta pagando un prezzo elevato, con le aziende costrette a rivedere i loro piani di produzione e a ridurre la propria forza lavoro in risposta a un mercato sempre più competitivo e incerto.