Il settore automotive è al centro di una crisi che in molti attribuiscono al Green Deal, ma questa è una visione fuorviante secondo Michele Crisci, presidente dell' Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (Unrae), che nei giorni scorsi è intervenuto alla conferenza stampa dell'associazione. Per fare chiarezza ha affermato che la crisi del settore auto europeo risale a molto prima del Green Deal, e ha citato il calo della produzione dal 2000 al 2021, quando la Cina ha superato l'Europa.
A pesare maggiormente secondo l'Unrae sono state le politiche incoerenti e la mancanza di una visione strategica. In Italia la gestione discontinua degli incentivi ha aggravato una situazione già critica. Dopo un 2024 stabile ma comunque inferiore ai livelli pre pandemia l'associazione prevede un calo del 4% per i veicoli commerciali, e un -16,5% nei veicoli industriali per il prossimo anno.
Altro fattore chiave è l'aumento dei costi è stato registrato un +58% dal 2011, causato in parte dal miglioramento tecnologico e in parte dai costi industriali. Tuttavia l'erosione del potere d'acquisto e l'aumento dei tassi d'interesse hanno ulteriormente aggravato questa situazione. L'Italia inoltre ha una bassissima diffusione di auto aziendali (42% contro il 67% della Germania) e un mercato dell'elettrico in stallo, con una quota Bev del 4% rispetto alla media europea del 14,8%. Questo divario è aggravato dai costi elevati di ricarica e dalla scarsa capillarità delle infrastrutture (11 punti ogni 100 km contro i 16,4 della media UE), e rappresenta un freno alla transizione energetica.
Nello corso anno le emissioni di CO2 sono aumentate, mettendo a rischio il raggiungimento dei target europei 2025-2029. Per l'Unrae è urgente un cambio di rotta: azzerare le multe per i mancati obiettivi, stanziare almeno 1 miliardo all'anno per il triennio 2025-2027, e riformare il regime fiscale per incentivare la diffusione di veicoli a basse emissioni.
Crisci ha poi concluso dicendo che la transizione ecologica richiede scelte chiare e strumenti concreti, sottolineando che le proposte dell'associazioni sono necessarie e non più rinviabili.