Press
Agency

Antitrust indaga su concentrazione Moby-Gnv: l’Agcm esamina il rischio di cartello

Controlli e analisi sulle politiche tariffarie delle due compagnie marittime

L'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha avviato un'istruttoria nei confronti di Moby, Grandi Navi Veloci (Gnv) e Sas, la società del gruppo Msc che ha acquisito una quota del 49% in Moby. L'inchiesta riguarda il possibile rischio di violazioni delle normative antitrust in seguito alla concentrazione tra le due compagnie marittime, attive nel trasporto di merci e passeggeri nel Mediterraneo.

L'Agcm ha sollevato preoccupazioni circa l'impatto della struttura finanziaria che lega Moby e Gnv, che potrebbe ridurre la concorrenza sul mercato, favorendo un aumento dei prezzi e una possibile riduzione dei servizi. La situazione è particolarmente critica su alcune tratte, dove le due compagnie, insieme a Grimaldi, sono i principali operatori.

Nel 2020, Moby aveva avviato una procedura di concordato preventivo per superare le difficoltà finanziarie, seguito da un processo di ristrutturazione che ha visto l'ingresso di Msc tramite Sas. Questo legame ha suscitato dubbi sul rischio di coordinamento tra Moby e Gnv, specialmente su rotte strategiche come quelle tra Civitavecchia e Olbia o tra Genova e Porto Torres, dove entrambe detengono una posizione dominante. L'Autorità teme che tale coordinamento possa portare a una collusione sui prezzi, riducendo la concorrenza e danneggiando i consumatori.

L'indagine si concentra sull'analisi delle politiche tariffarie delle due compagnie, che sembrano seguire tendenze simili, in particolare per la stagione estiva 2025. Questo comportamento potrebbe indicare un accordo sui prezzi, limitando la concorrenza diretta e aumentando i costi per gli utenti. Inoltre, la recente riduzione delle frequenze offerte da Gnv potrebbe essere un segnale di una volontà di evitare una guerra dei prezzi tra le due compagnie.

I mercati in cui operano le due compagnie presentano alte barriere all'ingresso, come i costi elevati per l'acquisto di navi e la scarsità di slot nei porti principali, rendendo difficile l'ingresso di nuovi concorrenti. Una maggiore concentrazione tra le due compagnie potrebbe rafforzare ulteriormente le loro posizioni dominanti, limitando la dinamica del mercato e ostacolando eventuali miglioramenti nei servizi offerti.

L'istruttoria, avviata formalmente il 5 novembre, ha incluso anche ispezioni presso le sedi delle due compagnie, con il supporto del Nucleo speciale antitrust della Guardia di Finanza. La decisione finale dovrà essere presa entro il 31 marzo 2026. Se l'inchiesta confermasse la violazione delle normative antitrust, le società coinvolte potrebbero essere sanzionate e obbligate a rivedere le loro strategie per garantire una concorrenza leale.

Suggerite

Fincantieri: Vard costruirà 5 navi "Walk-to-Work" per il settore offshore

Nuove unità per il supporto alle piattaforme eoliche e offshore, con tecnologia avanzata e propulsione ibrida

Vard, controllata del Gruppo Fincantieri, ha siglato un contratto per la progettazione e costruzione di cinque navi navi "Walk-to-Work" destinate a operare nel settore offshore, con un focus particolare... segue

Congestion fee al porto di La Spezia: le imprese dell'autotrasporto chiedono soluzioni urgenti

Il traffico congestionato e i disservizi stanno causando perdite ingenti alle aziende del settore

https://www.mobilita.news/item/21004

Trieste: sgombero migranti dal porto vecchio

L'operazione ha coinvolto oltre 200 migranti

Oggi, 20 novembre, sono iniziati i trasferimenti dei migranti accampati nell'area del porto vecchio di Trieste, circa 250 persone, che hanno trovato rifugio nei magazzini e nelle strutture dismesse del... segue