A pochi giorni dal voto finale al Senato sulla controversa riforma del codice della strada, cresce la mobilitazione delle associazioni italiane che da mesi si oppongono al testo promosso dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Il 17 novembre, in concomitanza con la giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, avrà luogo un presidio a Roma e flash mob in diverse città italiane, in segno di protesta contro un provvedimento che, secondo i manifestanti, rappresenta un "attacco alla sicurezza stradale" e alla mobilità sostenibile.
Le critiche alla riforma sono molteplici le associazioni dei familiari delle vittime di incidenti stradali insieme a quelle ambientaliste e per la mobilità sostenibile, denunciano che il nuovo codice favorisce i veicoli a motore a discapito di pedoni, ciclisti e delle persone più vulnerabili, come bambini e anziani, che sono tra le principali vittime sulle strade. La riforma allenta le regole per auto e camion, limita l'uso degli autovelox, e non interviene sufficientemente sulla guida distratta, uno dei fattori principali degli incidenti. Inoltre le misure a favore della mobilità ciclabile e pedonale sono ridotte, e le autonomie dei Comuni vengono minate, con la restrizione della possibilità di introdurre zone a traffico limitato e piste ciclabili. La protesta non si limita alla sola riforma del codice della strada: a preoccupare è anche la legge di bilancio 2025, che prevede pesanti tagli ai fondi destinati alla sicurezza stradale e alla mobilità sostenibile. In particolare vengono ridotti gli investimenti per le infrastrutture ciclabili urbane e le ciclovie turistiche, e non sono previsti stanziamenti per l'attuazione del Piano nazionale della sicurezza stradale 2030, che avrebbe dovuto destinare 1,4 miliardi di Euro a progetti per la sicurezza.
Le associazioni che hanno aderito alla piattaforma "Stop al #codicedellastrage" hanno espresso il loro disappunto per la mancanza di ascolto da parte del Governo. Nonostante le numerose audizioni parlamentari e le richieste avanzate da mesi, nessuna delle proposte delle associazioni è stata accolta.
Il voto finale al Senato, previsto tra il 19 e il 21 novembre, non fermerà la mobilitazione. Le associazioni annunciano infatti una nuova fase di protesta che si intensificherà con la discussione dei decreti delegati che il Governo presenterà nei prossimi mesi per riscrivere l'intero codice della strada.