“La nostra recente assemblea di Federagenti lo ha affermato a chiare lettere, corroborata dal parere di grandi esperti di geopolitica: il Mediterraneo non sarà un mare chiuso, ma tornerà a occupare una posizione strategica determinante nei traffici mondiali e per l’Italia si delinea un ruolo essenziale”.
A sottolinearlo è Paolo Pessina, neo-presidente di Federagenti, la Federazione degli agenti, raccomandatari marittimi e mediatori marittimi. Ma proprio queste considerazioni generano un interrogativo pressante: “Come possiamo sfruttare questa opportunità? E come gli agenti marittimi, che per tradizione, storia e professione sono le sentinelle sui traffici marittimi mondiali, ma anche coloro che prima degli altri possono cogliere i cambiamenti e suggerire le strategie, possono e devono raddoppiare la loro attenzione e fare sentire nelle sedi istituzionali la loro voce? Forse, è questa la nostra idea, fissando un decalogo di priorità da affrontare e risolvere subito per sfruttare un’occasione storica e probabilmente irripetibile?”.
“Questo è il nostro compito –prosegue il presidente di Federagenti– renderci disponibili per un confronto costante con le Istituzioni nazionali e regionali, non abbassare mai la guardia e individuare con assoluta trasparenza le priorità per il sistema Paese dal punto di vista infrastrutturale, trasportistico, portuale e normativo”.
“Siamo pronti a mettere a disposizione anche del Governo –afferma– il nostro know-how per suggerire le misure da adottare, la loro tempistica e per stabilire per la prima volta nel nostro Paese una corretta analisi costi-benefici. Un caso recente? Quello del nuovo codice doganale che potrebbe essere pagato a prezzo carissimo dal sistema Paese e dai porti provocando un massiccio dirottamento di merci verso altri scali comunitari”.
Secondo il presidente di Federagenti gli esempi sono molteplici e proprio per questo il primo compito che si dà la Federazione degli agenti marittimi è quello di stilare un elenco delle norme che provocano danni al Paese, delle inefficienze burocratiche, e delle priorità nel campo della realizzazione delle infrastrutture.
“Siamo chiamati –afferma ancora Pessina- ad immaginare un Paese del tutto nuovo con una collocazione altrettanto nuova all’interno del Mediterraneo. Non ci possiamo permettere il lusso di essere banali e di subire usi ed abitudini che sono ormai ampiamente superati”.
“Non mi piace il termine sfida –conclude– perché, specie negli ultimi anni, è stato abusato con risultati pratici non certo soddisfacenti. Direi che dobbiamo prepararci, e Federagenti è pronta, a una grande alleanza per il cambiamento: troppo spesso pensiamo erroneamente che a livello istituzionale si conoscano i veri problemi o le inefficienze del sistema paese. Da oggi Federagenti ci sarà, candidandosi a diventare, anche in collaborazione con altre associazioni e federazioni, l’alleato privilegiato dei ministeri competenti e dei governi, nazionale, regionale e perché no, portuale”.