Il Governo sta lavorando intensamente per apportare gli ultimi aggiustamenti alla manovra finanziaria, cercando di rispettare gli impegni presi dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, tuttavia si stanno presentando complicazioni su due fronti: la revisione delle detrazioni fiscali e l'introduzione di un tetto agli stipendi dei manager delle società che ricevono contributi pubblici.
Il nuovo sistema di detrazioni fiscali non si baserà più sulle percentuali rispetto al reddito complessivo, ma su un tetto massimo che aumenterà in base al numero di figli a carico. Ci saranno tre fasce di reddito: la prima da 0 a 50 mila euro, la seconda da 50 mila a 100 mila euro, e la terza oltre 100 mila euro. Secondo le stime del ministero dell’Economia, la revisione delle detrazioni avvantaggerà circa 28 milioni di contribuenti, ma risulterà neutra per altri 13,5 milioni.
Un'altra questione delicata riguarda il tetto agli stipendi dei manager delle società pubbliche e private che beneficiano di fondi statali. Il nuovo limite per gli stipendi sarà fissato a 160 mila euro lordi annui, corrispondenti a circa 80 mila euro netti, in linea con il compenso del presidente del Consiglio. Questo importo sarà calcolato sulla base dello stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, con una percentuale di riduzione applicata.
Il caso dell'Automobile Club d'Italia (Aci) è significativo; il presidente, Angelo Sticchi Damiani, è sotto indagine per aver ricevuto 100 mila euro in più rispetto a quanto dichiarato nel 2017. La necessità di un tetto agli stipendi è quindi considerata urgente, poiché il precedente limite di 240 mila euro è stato ritenuto eccessivo.