Sentito nelle scorse ore come persona informata sui fatti l'armatore Gianluigi Aponte, a capo del Gruppo marittimo Mediterranean Shipping Company (Msc). A sentire le sue dichiarazioni i pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti, che stanno indagando su presunto sistema di potere politico-industriale che per anni avrebbe indirizzato importanti operazioni nel porto di Genova.
Il fondatore di Msc è stato sentito come teste sul rinnovo della concessione per la gestione fino al 2051 del Terminal Rinfuse, uno dei principali del porto ligure, e sui presunti finanziamenti illeciti al presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione. Aponte non è indagato, ma il suo nome spunta continuamente dalle carte dell'inchiesta. Perciò ieri arrivato in tribunale accompagnato dall'avvocato Giuseppe Sciacchitano, che è rimasto fuori dall'ufficio ad aspettarlo, mentre i pm ascoltavano la testimonianza del manager di Msc.
La sua audizione è legata alla possibile rimessa in libertà di Toti. Il presidente della Regione attende infatti per domani, venerdì 14 giugno 2024, la decisione del Giudice per le indagini preliminari, Paola Faggioni, in merito alla revoca dei domiciliari, chiesta dagli avvocati di Toti. Per l'accusa però, se il governatore torna in libertà c'è il rischio di inquinamento delle prove. Per questo motivo la Procura di Genova ha già espresso il proprio parere negativo alla revoca della misura cautelare che dal 7 maggio lo costringe in casa.
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