Il battito d'ali di una farfalla può provocare un uragano dall'altra parte del globo. Per dire che nel mondo globalizzato un piccolo cambiamento che avviene in un Paese può causare profondi mutamenti che interessano tutto il mondo. Accade così per la questione delle importazioni di auto elettriche cinesi in Italia. Oggi Washington plaude Roma per gli investimenti nello sviluppo sostenibile, ma chiede responsabilità.
"Chiediamo in tutti i casi la necessità di enfatizzare la trasparenza, la sostenibilità finanziaria, pratiche sostenibili e la protezione della sicurezza nazionale e dei dati per assicurare benefici agli Stati Uniti, all'Italia e alle altre parti. E questa è una cosa che non abbiamo sempre visto negli investimenti e nelle pratiche commerciali della Cina", ha dichiarato il vice portavoce del dipartimento di Stato americano, Vedant Patel.
Parole che trovano riscontro nella guerra tecnologica che Stati Uniti e Cina combattono da decenni. Un conflitto, talvolta invisibile, che riguarda da vicino l'Italia e l'Europa. Tanto che ha fatto entrare nella nostra vita quotidiana temi poco noti come i semiconduttori di Taiwan, il litio ed il cobalto trattati in Cina, con gli Stati Uniti che impediscono alle stesse aziende americane di vendere prodotti in Cina, attraverso sanzioni sempre più sofisticate.