Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione. È il frutto delle indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia e della Guardia di Finanza di Genova. Secondo i magistrati, il politico faceva parte di un sistema di potere che per anni avrebbe indirizzato importanti operazioni: tra queste la concessione per gestire fino al 2051 il Terminal Rinfuse, uno dei principali del porto genovese.
Secondo il Tribunale di Genova, al vertice di questa consorteria ci sarebbero, oltre Toti, anche l’ex-presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure occidentale Paolo Emilio Signorini (da agosto 2023 amministratore delegato della società Iren) e l’imprenditore Aldo Spinelli, attivo nei settori logistico ed immobiliare. Tutti e tre in arresto con l’accusa di corruzione, su ordine del Giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni.
L'ipotesi di reato nei loro confronti è quella di avere gestito per anni alcune azioni politico-amministrative mediante tangenti e favori, ognuno con proprie responsabilità ed azioni diversificate. Questa mattina il Nucleo di polizia economico-finanziaria ha avviato perquisizioni e sequestri tra le città di Genova (tra cui negli uffici di Regione Liguria), La Spezia e Sanremo.
Numerose le persone indagate: Francesco Moncada (consigliere di amministrazione dei supermercati Esselunga) e Mauro Vianello (imprenditore portuale a Genova), entrambi sottoposti a divieto temporaneo di esercizio professionale con l'accusa di corruzione; Matteo Cozzani (capo di Gabinetto della Regione) ai domiciliari per corruzione e sospetto voto di scambio, accusa quest'ultima mossa anche nei confronti del presidente Toti.