Il Governo Meloni fa quadrato sull'industria automotive italiana. In questi giorni si tengono al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) vari tavoli di confronto con il Gruppo automobilistico Stellantis sul futuro dei suoi stabilimenti in Italia. L'annuncio dei circa 2500 esuberi e gli investimenti in America Latina, Asia ed Est Europa allarmano gli esperti del settore, così l'esecutivo italiano lancia un appello.
"Io mi auguro che Stellantis non lasci l'Italia: c'è una tradizione nell'industria dell'auto che non può essere abbandonata e trovo giusto che questa azienda continui ad investire nel nostro Paese, perché ci sono anche dei vincoli di coscienza", ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio dei ministri italiano, Antonio Tajani, che in qualità di ministro degli Esteri ha partecipato oggi della riunione ministeriale Nato a Bruxelles.
"Siamo in un sistema di libero mercato -ha aggiunto- nessuno può obbligare nessuno, il mio è un richiamo al senso di responsabilità. Ma siamo un Paese attrattivo ed al momento opportuno vedremo con chi aprire trattative", ha concluso il ministro, parlando della possibilità che altre case automobilistiche estere possano venire a produrre in Italia, come la statunitense Tesla e la cinese Byd, con cui il Governo italiano ha avviato interlocuzioni tramite il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), guidato da Adolfo Urso.