L'opposizione in consiglio di Regione Lombardia ha definito "una beffa per i pendolari" il passaggio dal bonus all’indennizzo per risarcire gli abbonati della compagnia Trenord che subiscono i ritardi dei treni regionali. La nuova misura, voluta dalla giunta guidata dal presidente Attilio Fontana, è entrata in vigore il primo aprile 2024 e prevede la possibilità di rimborsi fino al 30% (prima era il 10%).
"Il passaggio all’indennizzo non è un obbligo ma una scelta della Regione. Al contrario di quanto sostenuto dall’assessore Lucente, la delibera del 2018 dell’Autorità di regolazione dei trasporti non impedisce di applicare un sistema più favorevole ai viaggiatori". Forse servirà "a finanziare il rinnovo della convenzione per far viaggiare gratis sugli stessi treni forze dell’ordine e militari", firmato dalla Regione il 7 marzo è il sospetto di Simone Negri (Pd).
I consiglieri regionali di opposizione ricordano infatti che non ci sarà più uno sconto automatico al rinnovo dell’abbonamento, ma occorrerà chiederlo in forma di voucher. Secondo i dem, l’aumento rivendicato dall’assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente, sarebbe vanificato dal fatto che il nuovo sistema calcolerà il ritardo a partire dai 15 minuti e non più dai cinque.
Secondo una rilevazione dei Dem, su 179 linee ferroviarie finite tra i bonus nel 2023, solo 73 avrebbero meritato l’indennizzo col nuovo metodo. Con quest'ultimo inoltre "non sarà più possibile confrontarlo con un passato in cui, con più corse e treni più vecchi, le direttrici a bonus nel 2016 erano solo 40; mentre erano 91 nel 2017". "Intanto l’assessore Lucente -continua Negri- è costretto a elemosinare due milioni di Euro, la cifra che calcoliamo sarà risparmiata sui risarcimenti per i ritardi col passaggio dal bonus all’indennizzo e coincide con quella che mancava per rinnovare la convenzione per le forze dell’ordine, che la Regione chiama 'protocollo sicurezza'".