Il Gruppo automobilistico Stellantis taglia ulteriormente il proprio organico in Italia. Annunciati infatti più di 2500 esuberi che però sono destinati ad aumentare quando l’azienda si pronuncerà sugli stabilimenti di Pomigliano d’Arco (Campania) e Melfi (Basilicata). Al momento sono certe 1560 uscite da Mirafiori (Piemonte) che equivalgono ad oltre il 10% dei dipendenti, 850 da Cassino (Lazio) di cui 300 in trasferta a Pomigliano e 100 da Pratola Serra.
L'annuncio palesa la volontà della società, guidata dall'amministratore delegato Carlos Tavares, di avviare un vero e proprio smantellamento delle sue attività nel "Belpaese". Una ritirata che fa male all'industria automobilistica italiana ed alla storia industriale del nostro Paese, essendo Stellantis l’unico rimasto a produrre nella Penisola con un marchio italiano: Fiat. Il Gruppo a trazione francese e con sede legale in Olanda, così paga meno tasse, taglia ancora in Italia.
Il piano esuberi è parte di un accordo per le uscite volontarie dei lavoratori sottoscritto la scorsa settimana dall’azienda e dai sindacati, con l’eccezione dei metalmeccanici di Cgil. Un "piano per spegnere il lavoro" lo ha definito Fiom-Cgil, che rilancia l’appello al presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni affinché convochi Tavares.
L'annuncio è pubblicato alla vigilia di uno sciopero unitario del settore automotive proclamato a Torino per la prima volta negli ultimi 15 anni. La mobilitazione si terrà il 12 aprile 2024. Per favorire il ridimensionamento degli organici in Italia Stellantis è arrivato ad offrire buonuscite di oltre 100.000 Euro. "Questi esuberi peseranno gravemente anche sulle aziende della filiera della componentistica", attaccano il segretario generale Fiom Michele De Palma, ed il responsabile automotive Samuele Lodi.
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