La compagnia petrolifera britannica Shell ha annunciato un piano che prevede l'installazione di colonnine di ricarica per auto elettriche in 500 distributori di carburante ogni anno. L'obiettivo della società è quello di installare 200.000 punti di rifornimento di energia elettrica entro il 2030, principalmente in Europa ed in Cina, riqualificando così la propria rete di distributori esistente. Una mossa che accelera la transizione energetica aziendale.
Si tratta di una decisione che offre la massima comodità agli automobilisti di veicoli a batteria, che avranno come punto di riferimento per la ricarica del proprio mezzo le medesime stazioni di rifornimento di carburanti. Ma si tratta anche di una mossa che il management ha fatto con la consapevolezza che le numerose sfide imposte dalla transizione energetica avranno un alto costo per i colossi petroliferi.
Il problema è duplice: la conversione dei distributori di carburanti all'elettrico potrebbe determinare la perdita di occupazione nel ramo dei carburanti fossili; ma trovare nuovi terreni e preparare le infrastrutture che ospitano le colonnine è costoso. Shell, così come altri operatori, punta dunque a lavorare in sinergia con le parti coinvolte: c'è la certezza che entro il 2030 ci saranno più veicoli elettrici, meno consumo di benzina e gasolio, ma le emissioni di Co2 derivanti dai suoi prodotti diminuirebbero del 15-20%.