“La sentenza con cui il Consiglio di Stato reintroduce l’obbligo di installare i sensori per gli angoli ciechi, all’interno del Comune di Milano, semina ulteriore incertezza tra gli operatori dei trasporti e, soprattutto, apre la strada a regolamentazioni a macchia di leopardo”. Claudio Donati, segretario generale di Assotir, commenta con queste parole la sentenza emessa questa mattina dal Consiglio di Stato che –sull’obbligo di installare i sensori per gli angoli ciechi sui veicoli pesanti- accoglie il ricorso intentato dal Comune di Milano. “Come abbiamo già sottolineato nel corso dell’audizione di fronte alla Commissione Trasporti della Camera del 9 novembre scorso –prosegue- il rischio adesso è che ogni Comune d’Italia possa adottare iniziative autonome e scoordinate. E questo darebbe vita a una sorta di autarchia amministrativa”.
Secondo il segretario generale di Assotir “Questa sentenza dimostra in modo ancor più evidente come sia necessario un intervento del Governo per dare una disciplina omogenea, valida su tutto il territorio nazionale. In questo senso, ci attiveremo presso il ministero delle Infrastrutture e trasporti affinché il vuoto legislativo determinato che rischia di generare un caos ingestibile venga colmato al più presto” conclude Donati.
“Da un punto di vista pratico –aggiunge Pietro Castelli, presidente di Assotir Lombardia- “poco cambia per Milano, perché riamane l’obbligo di installazione dei sensori sui veicoli industriali entro il 31 dicembre prossimo, come stabilito dalla delibera comunale. Aggiungiamo che, nei tre mesi di sospensione della stessa delibera, fortunatamente, non si sono verificati incidenti di veicoli pesanti con il coinvolgimento di ciclisti. Certamente, si tratta di una casualità positiva, ma anche di un indizio su come affrontare il tema della sicurezza per tutti gli utenti delle strade delle grandi città”.
“Pensiamo che la nostra battaglia –prosegue- non solo non sia stata inutile, ma al contrario, sia stata fondamentale per porre all’attenzione delle istituzioni il tema della sicurezza di tutti gli utenti della strada. È stato sempre l’obiettivo del nostro ricorso: premesso che nessuno può usare la strada a scapito di altri, i sensori, ammesso che siano lo strumento più adeguato, devono essere gli stessi per tutto il Paese. Per questo ribadiamo ancora una volta la necessità di un coinvolgimento effettivo di tutti gli attori della mobilità urbana, che è qualcosa di più complesso di una divisione tra buoni e cattivi” conclude Castelli.