Tre imprenditori denunciati e sequestrati beni per 10 milioni di Euro: questo il bilancio di un'operazione che ha sgominato un sistema criminale che operava nel settore del commercio dei prodotti petroliferi, condotta dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il supporto del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico), coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia locale, guidata da Giovanni Bombardieri.
"L’operazione avrebbe disvelato un articolato sistema di frode fiscale, realizzata nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’Iva e le accise, nonché sull’impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che consente di acquistare in regime di non imponibilità", spiegano le "Fiamme Gialle".
In particolare, l’associazione avrebbe gestito l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal deposito fiscale fino ai distributori stradali finali, interponendo tra queste due estremità una serie di operatori economici che avrebbero asserito fraudolentemente di possedere tutti i requisiti richiesti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa di settore, acquistando il prodotto petrolifero senza l’applicazione dell’Iva. Tale prodotto sarebbe stato ceduto a prezzi concorrenziali ad individuati clienti.
Il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto misure di prevenzione patrimoniale e cautelare riconducibile ai tre imprenditori in Piemonte, Lazio, Calabria e Monaco di Baviera (Germania). Nello specifico: una società operante nel commercio di prodotti petroliferi, sette fabbricati in provincia di Frosinone, di Roma e di Novara adibiti a deposito di carburanti, capannoni industriali ed uffici, investimenti. Valore complessivo stimato in circa 10 milioni di Euro.