L'inclusione delle donne nelle aziende può aumentare il Pil mondiale fino al +35%. In Europa potrebbe farlo crescere tra il +6,1% ed il +9,6% entro il 2050. In Italia le start-up a prevalenza femminile sono solo il 13,71% (incremento pari al +0,54% dal 2021). È quanto emerge dall'incrocio dei dati 2023 rispettivamente del World Economic Forum, dell'Istituto europeo per la parità di genere e della Commissione europea.
"Sono innumerevoli gli studi di settore che testimoniano come l'inclusione e le pari opportunità delle donne aumentino il benessere e la produttività aziendale. La gender equality rappresenta un aspetto a cui nessuna impresa dovrebbe rinunciare, non solo da un punto di vista etico ma anche di business", sostiene Valerio Mancini, direttore del Centro di ricerca della Rome Business School.
Tornando ai dati, a poco sembra siano servite le opportunità di finanziamento e gli obiettivi specifici del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Tuttavia, nel settore dell'e-commerce, uno dei motori di crescita dell'economia del nostro Paese, sono il 26,8% le imprese femminili attive in questo settore.
Parlando del quadro globale, nonostante l'aumento di donne nelle facoltà scientifiche, le occupazioni femminili rappresentano solo il 30%, mentre nelle professioni non Stem la percentuale sale al 49,3%. Boston Consulting Group evidenzia che nel 2022 le aziende con almeno il 30% di dirigenti donne hanno registrato un aumento del +15% della redditività, rispetto alle società senza dirigenti di genere femminile.