Volano stracci tra il Gruppo automobilistico Stellantis ed il Governo italiano. Ieri al tavolo sull'automotive l'Esecutivo italiano ha illustrato il piano di incentivi da 950 milioni di Euro per stimolare l'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale (elettrici ed ibridi). Ma i toni rimangono accesi dopo le polemiche delle ultime settimane: il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni aveva attaccato l'azienda per le delocalizzazioni, invitando a produrre un milione di auto in Italia in un anno. Dura la replica della società.
"L'Italia dovrebbe fare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico, anziché attaccare Stellantis per il fatto che produce meno nel nostro Paese. Si tratta di un capro espiatorio nel tentativo di evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l'acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in Italia", ha dichiarato nelle scorse ore l'amministratore delegato del Gruppo, Carlos Tavares, intervistato dall'agenzia stampa economica "Bloomberg".
Questa la replica provocatoria del ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), Adolfo Urso: "Se Tavares o altri ritengono che l'Italia debba fare come la Francia, che recentemente ha aumentato il proprio capitale sociale all'interno dell'azionariato di Stellantis, ce lo chiedano". Ipotesi che piace al segretario del Pd, Elly Schlein. "Si prenda sul serio la sfida di Tavares, l'ipotesi di una partecipazione italiana al Gruppo che bilanci quella francese".
Sull'argomento vedi anche la notizia pubblicata da Mobilità.news.