La società Porto turistico di Capri (Ptc), azienda municipalizzata al 100%, si è aggiudicata la gestione dello scalo nei prossimi dieci anni. Il via libera è giunto con una delibera approvata all'unanimità dal Consiglio comunale. Una scelta non scontata, considerate le possibili ammonizioni della legge sulla concorrenza. Sul tavolo il gestore ha messo un progetto di rilancio dell'infrastruttura di trasporto che prevede investimenti per 15 milioni di Euro in una decade.
Si tratta di una rinnovata fiducia, che premia l'attività appena conclusa che ha generato utili per 2,5 milioni di Euro ed un fatturato di 11 milioni. Questo il commento del presidente di Ptc, Giancarlo Cangiano: "Il nostro impegno è stato riconosciuto ed apprezzato. Abbiamo avviato la riorganizzazione di uno scalo che è un gioiello, simbolo ed identità dell'isola azzurra. Ma questo ha urgentemente bisogno di un restyling completo" per "migliorare la sicurezza oltre ad intraprendere le due transizioni: ambientale e tecnologica".
Resta il nodo dell'affidamento in house: "È una delle facoltà riconosciute alle pubbliche amministrazioni. Ogni ente può scegliere di gestire direttamente un servizio oppure metterlo sul mercato. In quest'ultimo caso, secondo il diritto comunitario, deve farlo a mezzo gara", ha dichiarato l'avvocato Enrico Soprano, advisor della società di gestione del porto turistico di Capri. Tesi confermata da Massimo Fragola, professore di diritto europeo all'Università di Napoli: "Penso che il Comune debba chiarire le ragioni per cui ha preferito l'affidamento a società pubblica".