Indipendenza ed efficacia. Questi i due pilastri su cui erigere una nuova credibilità per la Commissione di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali. Lo chiedono alcuni esperti del settore trasporti, sottolineando che questa sarebbe la soluzione alle critiche mosse di recente, in quanto i membri che la compongono sono espressione del Governo, non del Parlamento. Insomma, una longa manus dell'Esecutivo.
La Commissione è una autorità amministrativa indipendente istituita dalla legge 146 del 12 giugno 1990. Essa ha il compito di garantire l’esercizio del diritto di sciopero e allo stesso tempo il godimento dei diritti costituzionali della persona, che riguardano anche il trasporto pubblico. L'ente è composto da cinque membri (esperti di diritto costituzionale, del lavoro, relazioni industriali) designati dai presidenti della Camera dei deputati e del Senato.
E qui, stando ad alcuni esperti, sta il problema: la procedura di nomina è così configurata da più di 30 anni, ma fino al 1994 i presidenti dei due rami del Parlamento erano espressione l'uno della maggioranza e l'altro del principale partito di opposizione. Ciò poteva assicurare un maggiore equilibrio. Oggi invece la guida del Senato e quella della Camera sono espressione dell'Esecutivo.
Occorrono quindi altri rimedi per garantire l'indipendenza dell'autorità. Almeno tre potrebbero essere le soluzioni che non necessitano di cambiare la Costituzione: ricondurre il potere di nomina al principio della "indiscussa indipendenza"; sottoporre i candidati al vaglio del Parlamento: assicurare che la loro condotta sia soggetta alla sovranità del popolo quale si esprime attraverso le istituzioni parlamentari.