Le agenzia marittime e case di spedizioni che operano presso il porto di Chioggia denunciano che l'infrastruttura non è più in grado di reggere la concorrenza con gli scali vicini, soprattutto a causa della mancata adozione di politiche mirate. A testimonianza di ciò il fatto che diversi clienti stanno scommettendo su destinazioni alternative, mentre a causa dei costi triplicati, altri spesso i rimorchiatori vengono chiesti a Venezia.
"Dall'8 giugno, data in cui sono entrate in vigore le attuali modalità penalizzanti anche i pochi clienti affezionati sopravvissuti al lungo periodo in cui le secche, recentemente eliminate, avevano reso lo scalo mercantile di Val da Rio inaccessibile alle navi di media stazza, stanno valutando scali alternativi. Loro malgrado, potrebbero dirottare i traffici in qualunque altro porto dell'Alto Adriatico, da Trieste ad Ancona", denunciano le agenzie marittime.
Intanto, il crollo degli arrivi e delle partenze impatta negativamente sui terminalisti portuali. Oggi sono circa 40 i dipendenti delle tre società del carico e scarico merci attive a Chioggia. E così gli spedizionieri hanno comunicato che se entro il 31 dicembre non fosse raggiunto un accordo sul rinnovo delle rispettive concessioni demaniali, saranno "obbligati a ridimensionare drasticamente il personale o cessare ogni attività".