Una delegazione del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) ha fatto visita al San Cataldo container Terminal di Yilport, società turca che opera presso il porto di Taranto. Al dicastero interessa vedere obiettivi ed investimenti. Serve concretezza. Altrimenti il Governo italiano è pronto a bloccare qualsiasi iniziativa, come accaduto con "Progetto internazionale 39", la proposta cinese per creare una piattaforma logistica nello scalo pugliese.
La visita della delegazione ministeriale risale allo scorso 20 ottobre. Il gruppo turco Yilport, infatti, è concessionario esclusivo di una porzione del porto tarantino, gestita attraverso la società San Cataldo container terminal (Sect). Lì intende realizzare alcuni progetti legati alla produzione di energia eolica su piattaforme marine galleggianti, in collaborazione con due società energetiche: l'italiana Falck Renewables, la spagnola BlueFloat Energy.
Considerato che l'Esecutivo vuole potenziare il porto di Taranto con 178 milioni di Euro di fondi messi a disposizione tramite il Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr), gli appetiti sono tanti. Quindi il Governo vuole vederci chiaro prima di finanziare qualsiasi progetto. Al momento Yilport e The European House-Ambrosetti hanno presentato il progetto "Floating offshore wind community", per costruire una strategia comune sull'eolico offshore galleggiante.
Se la proposta non sarà convincente, l'eolico di Yilport potrebbe fare la stessa fine della piattaforma logistica cinese, la cui concessione è stata bloccata dall'Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, presieduta da Sergio Prete. Una scelta che ha portato il 29 settembre allo scioglimento della società Progetto Internazionale 39, che si è scoperto essere una società di scopo con altri soci, legata al governo di Pechino, facendo rientrare in pista la danese Vestas.