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Ritardo del treno è un "danno esistenziale"

Corte di cassazione lo riconosce a passeggero rimasto 24 ore al freddo e senza cibo

La Corte di cassazione italiana ha riconosciuto il "danno esistenziale" ad un viaggiatore che chiedeva un risarcimento per il ritardo del treno. I giudici hanno stabilito un rimborso di 400 Euro a fronte del costo del biglietto di 5 Euro. La vicenda risale al febbraio 2012 e riguarda alcuni pendolari rimasti fermi per 24 ore sulla linea Roma-Cassino, senza cibo, a causa della sospensione della circolazione dovuta ad una nevicata. 

Con la sentenza numero 28244/2023 la Corte ha stabilito che "i bollettini meteorologici risultavano aver chiarito in misura sufficiente -al di là quindi delle pur possibili evoluzioni ulteriormente peggiorative- a dover indurre l'esercente il servizio di trasporto ferroviario a predisporre, con precauzionale diligenza, misure organizzative di assistenza, indipendentemente, cioè, dalla possibilità di porle in essere, in forma ridotta, una volta concretizzata la situazione di emergenza". 

Il passeggero rimasto senza cibo, senza riscaldamento e senza poter riposare, ha subito perciò "un'offesa effettivamente seria e grave all'individuabile e sopra rimarcato interesse protetto, tale da non tradursi in meri e frammentati disagi, fastidi, disappunti, ansie o altro tipo di generica insoddisfazione", ma di un "vero e proprio disservizio", motiva la Cassazione, che per questo motivo ha riconosciuto il danno esistenziale.

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