Si celebra oggi il decimo anniversario del naufragio di Lampedusa. Era il 3 ottobre 2013 quando 368 uomini, donne e bambini persero la vita nel mar Mediterraneo mentre cercavano di sbarcare sulle coste italiane. Si tratta di una delle più gravi tragedie del Mediterraneo. Per questo motivo è stata istituita per il 3 ottobre la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione. "È una vergogna. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie", disse quel giorno Papa Francesco.
Ricordiamo quel drammatico giorno. La notte del 3 ottobre una grossa barca con a bordo centinaia di migranti, per la maggior parte di origine somala ed eritrea, era quasi arrivata a Lampedusa. Giunti di fronte all'isola dei Conigli, incendiarono una coperta per segnalare la loro posizione. A quel punto le fiamme si propagarono subito, avvolgendo lo scafo in legno. Il bilancio era stato di 368 i migranti deceduti e 155 superstiti.
In ricordo di quel drammatico giorno, questa notte alle ore 3:15 (l'ora del naufragio) sull'isola di Lampedusa è stato organizzato un momento di raccoglimento. Alle 10:30 di stamattina la deposizione della corona di fiori in mare. La giornata del 3 ottobre, istituita dalla legge 45/2016, ha lo scopo di ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà.
Ad organizzare la commemorazione di oggi è stato il "Comitato 3 ottobre", presieduto da Tareke Bhrane, che ha dichiarato: "Sono stati 10 anni difficili, non abbiamo dormito la notte ed il giorno per far capire ai nostri politici che devono dialogare. Per l'indifferenza abbiamo perso circa 28.000 persone. Ed ancora oggi chiediamo che venga dato nome e cognome alle vittime. Qualunque autorità nazionale ed internazionale venendo qua ha dichiarato: mai più morti, invece siamo ancora qua".