Semplificazione normativa ed investimenti nelle risorse umane: sono queste le leve essenziali per rendere più efficiente il settore delle spedizioni -strategico per sostenere la competitività del tessuto imprenditoriale e del Made in Italy emerse ieri nel corso dell’assemblea pubblica di Fedespedi, la Federazione nazionale delle imprese di spedizioni internazionali che associa oltre 2100 aziende.
L’appuntamento di quest’anno, dal titolo “La merce al centro: politiche e prospettive di sviluppo del commercio internazionale”, è stato aperto da John Manners-Bell, esperto internazionale di logistica e ha visto confrontarsi professionisti del settore e rappresentanti di categoria, insieme al presidente di Fedespedi Alessandro Pitto e ai vicepresidenti Guglielmo Davide Tassone con delega a sviluppo delle risorse umane e Ciro Spinelli con delega ai progetti normativi. In rappresentanza delle istituzioni, è intervenuto Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e dei trasporti.
L’Italia è uno dei Paesi che registra i più alti volumi di export a livello mondiale, collocandosi al settimo posto dopo Cina, Stati Uniti, Germania, Olanda, Giappone e Corea del Sud. La forte propensione al commercio estero è attestata anche dai dati Istat relativi al periodo gennaio-maggio 2023, che hanno registrato una variazione positiva dell’export (+4,2%) - spinto dalla significativa crescita verso il Far East (+17,9%) ed il Nord America (+6,1%) - ed una flessione dell’import (-4,6%), su cui ha inciso però il calo dei prezzi delle materie prime energetiche. Pur a fronte di questo trend positivo, l’ultima classifica mondiale realizzata dalla World Bank, che certifica le prestazioni logistiche di 160 Paesi, dal 2018 posiziona l’Italia solo al 19esimo posto e scende rispettivamente al 24esimo e 26esimo posto quando vengono analizzate le singole voci “procedure doganali” e “disponibilità di servizi internazionali”.
L’ultimo rapporto Anpal-Excelsior indica, infatti, un fabbisogno occupazionale di 163.900 persone nei settori della mobilità e della logistica, di cui 128.000 per la sola sostituzione dei lavoratori in uscita nell’arco del triennio 2023-2027.
Nonostante gli occupati nel segmento delle spedizioni siano cresciuti dai 29.406 del 2015 agli oltre 32.505 del 2022, Fedespedi stima in oltre 3000 addetti l’attuale fabbisogno del settore.
Si tratta di operatori che supportano le aziende del Made in Italy nell’organizzare la catena trasportistica per le esportazioni dei propri prodotti e nell’importazione nelle materie prime necessarie alla produzione, in un ambito sempre più governato dai dati, in cui la capacità di analisi e modellizzazione è diventata fonte di vantaggio competitivo.
Sono ricercati in particolare esperti di cybersecurity, commerciali e sviluppatori.
L’età media degli occupati è incrementata negli ultimi sette anni, passando dai 43 del 2015 a 46 anni del 2022.
Nel 2022, sono più di 2000 gli over 60, che implica la necessità di una sostituzione del 5% del personale nell’arco dei prossimi sei anni, destinata a salire al 22% nell’arco di 10 anni.
Per garantire un adeguato turnover nel settore, da una stima effettuata da Fedespedi su dati di GiGroup, nella sola Lombardia servirebbero 15.000 studenti ogni anno in più negli istituti di formazione tecnici e professionali dedicati alla logistica.
L’aspetto normativo è stato l’altro fattore chiave affrontato nel corso dell’assemblea pubblica. Un contesto non chiaro, complesso, incompleto è infatti un ostacolo alla crescita delle aziende, alla fluidità dei traffici e alla crescita economica, indebolendo anche l’export nazionale che rappresenta il vero traino dell’economia del Paese.
Nel dettaglio, Fedespedi ha presentato i sei fattori che, affrontati nel dialogo collaborativo, possono determinare un potenziamento della filiera a supporto del commercio internazionale:
completamento della riforma della disciplina civilistica del contratto di spedizione; chiarezza sulla figura dello “spedizioniere-vettore”;
ridefinire il perimetro di competenza delle funzioni di Autorità regolazione trasporti (Art) e delle attività soggette alla sua regolazione;
favorire provvedimenti e interventi normativi volti a semplificare la disciplina Iva nei trasporti internazionali al fine di alleggerire lo stress per l’esposizione finanziaria che grava su imprese del settore ed export nazionale;
attuare la legge delega fiscale. Riordino normativa nazionale doganale (Tuld) ed in particolare sistema sanzioni amministrative al fine di renderle conformi ai principi europei, con un’attenzione al percorso di riforma del Codice doganale dell’Unione ed al crescente ricorso all’innovazione tecnologica a supporto dei processi e delle procedure doganali;
completare la reingegnerizzazione del sistema telematico doganale che necessita di adeguate risorse finanziarie e umane per arrivare all’obiettivo della piena funzionalità evitando disagi alle operazioni che abilitano il commercio internazionale;
attuazione del Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) ed in particolare della Misura 3 Componente 2 “Intermodalità e Logistica Integrata”. Questa misura si è composta di due aree di intervento: risorse per la realizzazione dei progetti per la “Digitalizzazione logistica” a livello di sistema e di singolo operatore e le “Proposte di riforma normativa”: attuazione dello Sportello unico doganale e dei controlli - SuDoCo, (in fase di sperimentazione); adesione al protocollo alla convenzione Cmr per la lettera di vettura elettronica (in corso di ratifica); revisione della disciplina civilista del contratto di spedizione e dei trasporti (parzialmente attuata).