Al via l'allestimento di un presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimento dell'azienda Marelli di Crevalcore, paese situato nella città metropolitana di Bologna, in Emilia-Romagna. I 230 dipendenti intendono così avviare una "battaglia di resistenza" per opporsi all'annunciata chiusura della fabbrica. Sui social network è già iniziato un racconto quotidiano delle giornate in difesa del posto di lavoro.
"Il morale è buono, è gente temprata: lavoratori di una fabbrica che ne ha passate tante nel tempo" dal "terremoto, era Marchionne, covid-19, crisi, di tutto di più insomma. Certo, nulla di paragonabile ad un'annunciata chiusura, ma la dimostrazione di forza e dignità delle assemblee" di ieri garantisce "un carattere forgiato nel tempo di persone che non sono disposte a mollare un centimetro, che non lasceranno uscire neanche un bullone dalla fabbrica se le condizioni di salvaguardia del sito e dell'occupazione non saranno rispettati", spiegano i rappresentanti degli operai.
ll Gruppo Marelli ha annunciato per l'inizio 2024 la chiusura della fabbrica di componenti per motori a Crevalcore, oggi impegnata nella produzione di collettori di aspirazione aria e di pressofusi di alluminio. Lo stabilimento impiega 229 lavoratori diretti. L'azienda ha comunicato la decisione a Fim Fiom Uilm e Uglm nel corso di un incontro a Roma avvenuto lo scorso 18 settembre.
Tanta la solidarietà da parte dei cittadini e delle organizzazioni locali. Il Partito democratico ha messo a disposizione strutture, tavoli e sedie. Ai lavoratori in lotta è arrivata anche la solidarietà dell'Unione sindacale di base (Usb), che parla di "speculazioni finanziare" a danno "dell'occupazione, dello sviluppo e dell'unicità della qualità produttiva e dello stato sociale".