Il Governo Meloni si prepara a modificare le norme relative al sistema portuale. Una mossa che arriva 8 anni dopo la legge Delrio, che ha ridotto il numero delle authority a 16 (erano da 24) e accorpato gli scali in sistemi regionali. L'iniziativa è in mano al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), guidato da Mattero Salvini, di concerto con gli altri dicasteri, con la definizione del nuovo testo sarà coordinato dal viceministro Edoardo Rixi.
L'Italia guarda al modello spagnolo: ovvero un coordinamento centrale forte grazie alla creazione di un nuovo organismo statale chiamato a coordinare l'azione di porti dotati di maggiore autonomia decisionale rispetto alla formula odierna. Al di sotto, le autorità portuali. Queste ultime resteranno sempre pubbliche, ma dotate di maggiori poteri e della possibilità di collaborare con quei soggetti chiamati a sviluppare la rete logistica nazionale.
Si tratta di un di modello pubblico-privato che cercherà di interpretare i cambiamenti nel settore portuale e della navigazione. I porti infatti stanno diventando sempre piattaforme logistiche. Il cronoprogramma della riforma è già sostanzialmente definito: le audizioni si terranno entro la fine dell'anno, mentre la legge-delega ed il seguente via libera è atteso entro l'estate del 2024.