È una corsa contro il tempo. Entro il 9 giugno il Governo Meloni deve presentare a Bruxelles i progetti per l'installazione sul territorio italiano di 21.255 colonnine di ricarica (13.755 in città e 7500 su strade extraurbane) che nasceranno grazie ai fondi europei destinati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Per raggiungere l'obiettivo fissato da Bruxelles, Roma ha messo sul piatto 713 milioni di Euro.
"Confidiamo di raggiungere gli obiettivi della misura nei tempi prefissati, senza la necessità di dilazionare ulteriormente le scadenze già stabilite". "Al fine di garantire la massima partecipazione degli operatori, sono stati organizzati degli incontri ad hoc, che hanno visto la partecipazione di oltre 200 soggetti, durante i quali sono stati analizzati e chiariti i potenziali aspetti critici", ha provato a rassicurare il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante l'ultimo question time alla Camera dei deputati.
Tuttavia, l’associazione Motus-E, che raduna i portatori di interesse della mobilità elettrica, aveva denunciato "la poca chiarezza delle definizioni usate nei decreti e l’ampiezza degli ambiti di gara". Ed infatti il deputato Giulia Pastorella (Italia Viva): "Ci chiediamo perché si sia dovuti ricorrere ad una tempistica così breve ed a misure emergenziali, quando le stesse misure potevano essere previste con un tempo più lungo, se i decreti attuativi erano pronti a gennaio".