La conversione delle oltre 570 mila barche da diporto presenti in Italia a propulsione elettrica potrebbe contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi di neutralità carbonica dell'Ue per il 2030, secondo Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima). Questo passaggio non solo ridurrebbe l'impatto ambientale della navigazione, ma anche delle operazioni di rimessaggio e migliorerebbe la salute degli ecosistemi marini nelle aree portuali.
La transizione verso la nautica elettrica stimola inoltre l'industria ad innovare l'intera tecnologia navale, promuovendo un approccio di economia circolare con l'utilizzo di materiali eco-compositi innovativi, come fibre di basalto, lino, bambù e resine riciclabili, oltre all'alluminio riciclato.
Il passaggio a motori elettrici riduce l'inquinamento acustico marino, beneficiando l'intero ecosistema, ed aumenta l'efficienza energetica delle imbarcazioni dall'8% medio di un mezzo con motore a combustione interna al 50% di un mezzo elettrico. Inoltre, l'uso di barche elettriche elimina le emissioni di sostanze nocive tipiche delle barche tradizionali, come idrocarburi aromatici ed alifatici, particolato, polveri fini ed ultrafini, ossidi di azoto e di zolfo, ed olii minerali, sia in acqua che in atmosfera.