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Mobilità elettrica: a rischio rata Pnrr

Entro 30 giugno obbligo Ue su appalto per 7500 colonnine per auto

Entro il 30 giugno 2023 l’Italia deve concludere le procedure di appalto per la costruzione di 4000 colonnine per auto elettriche nelle aree urbane e di altre 2500 stazioni di ricarica sulle autostrade. Si tratta di una scadenza posta dall'Unione europea ai Paesi membri, con l’obiettivo di facilitare la transizione verso la mobilità sostenibile. Tuttavia Roma è in ritardo, tanto che è intervenuta per la prima volta anche la Corte dei conti. 

Sul caso i magistrati contabili hanno invitano il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica a sanzionare i dirigenti responsabili della mancata rispondenza al cronoprogramma. Ciò infatti può portare al mancato conseguimento entro il 30 giugno di uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), mettendo a rischio la quarta rata da 16 miliardi di Euro. 

"La Corte può indicare 'gravi irregolarità gestionali' e segnalarle all’amministrazione competente per la responsabilità dirigenziale", è stata l'analisi del ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.

Secondo l'Osservatorio Recovery Plan (Orep) dell'Università degli studi di Roma-Tor Vergata c'è però un rischio concreto che il traguardo non venga raggiunto entro i tempi stabiliti: il motivo sarebbe legato al fatto che il dicastero dell'Ambiente, guidato da Gilberto Pichetto Fratin, che è responsabile della programmazione, pare sia in ritardo nell’investimento finanziato con 740 milioni Euro di fondi europei. 

"Ciò è dovuto alla mancanza di interesse da parte degli operatori privati, bloccati dall’incrocio tra il costo di investimento iniziale e quello dei costi operativi, con un possibile flusso di cassa negativo nei primi 10-15 anni. Ciò mette a rischio la quarta rata da 16 miliardi di Euro, collegata agli obiettivi programmati entro il 30 giugno", ha spiegato l'Orep in un recente articolo comparso sull'omonimo sito web.

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