II presidente di Regione Veneto, Luca Zaia, ha riproposto l'idea dell'apertura di un corridoio stradale per collegare il territorio alla Germania. Si tratta dell'ormai noto progetto dell'autostrada Venezia-Monaco, di cui si parla ciclicamente da 60 anni a questa parte, prima che puntualmente l'argomento perda di significato e torni all'oblio.
"Come Regione abbiamo sempre sostenuto la necessità di questo collegamento, ma nel piano dei trasporti approvato nel 2020 non abbiamo parlato di un'autostrada. Crearla sarebbe molto controverso: abbiamo, quello sì, aperto un fronte per un collegamento intervallivo; la nostra idea era fare un'analisi di traffico per capire l'utilità dell'opera e se questa sia effettivamente necessaria, ma non l'abbiamo mai fatta perché c'è sempre stata una ferma opposizione da parte della Carinzia e del Tirolo", ha dichiarato l'assessore ai Trasporti e infrastrutture, Elisa De Berti, vicepresidente del Veneto.
Negli ultimi giorni la questione è tornata alla ribalta dopo che Zaia ha ribadito la necessità del territorio di avere un valico diretto verso Nord, non più un mero attraversamento della Regione senza sbocco. La Venezia-Monaco, 280 chilometri in tutto, apre tanti punti interrogativi e perplessità sulla sua realizzazione. Però appare la risposta necessaria alle limitazioni e ai rallentamenti al valico del Brennero, di cui costituirebbe un tracciato alternativo.
Si riparla quindi di prolungare l'autostrada A27 d'Alemagna, che oggi arriva fino a Belluno per poi fermarsi. "La sfida di oggi è quella di ridurre il numero di veicoli per le merci. Il treno in questo panorama non è molto competitivo e quindi l'autotrasporto resta la scelta principale. Quando verrà completato il tunnel del Brennero non ci saranno più scuse e le aziende di autotrasporto devono capire ora che la clessidra si è rovesciata", spiega Ivan Russo, docente di Economia aziendale dell'università di Verona.