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Almeno 30 migranti deceduti in un naufragio

Accuse di "Alarm Phone"; Guardia costiera: segnalazioni inviate a quattro mercanti

L'organizzazione non governativa "Alarm Phone", impegnata nel salvataggio in mare dei migranti mediante strumenti di comunicazione per allertare i soccorsi, ha comunicato ieri sera che 30 persone sono decedute in un naufragio a causa del mancato intervento delle autorità italiane ed europee. La Guardia costiera italiana replica: oltre al mercantile "Basilis L", avvisati altre tre navi commerciali presenti in zona.

Le operazioni di trasbordo dei migranti sono iniziate alle prime luci dell'alba di ieri, 12 marzo, grazie alla presenza del mercantile "Basilis L", che aveva raggiunto il barchino in difficoltà. Durante le attività di soccorso è intervenuta anche la nave cargo "Froland", che poi si è diretta prima verso Malta (per sbarcare due persone che necessitavano di urgenti cure mediche) e poi verso l'Italia. Già durante la movimentazione dei migranti da un mezzo all'altro il barchino si è capovolto: su 47 migranti in totale 17 risultano ancora dispersi. 

La centrale operativa della Guardia Costiera di Roma ha comunicato che l'intervento di soccorso è avvenuto al di fuori dell'area di responsabilità Sar (Search and Rescue) italiana. Inoltre, si registra l'inattività degli altri centri nazionali di coordinamento e soccorso marittimo interessati per area. "Le persone morte sarebbero ancora vive se l'Europa non avesse deciso di lasciarle annegare", conferma anche "Alarm Phone".

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