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Porto di Saline joniche: ipotizzato piano rilancio dell'Autorità dello Stretto

Università Mediterranea consegna relazione tecnica per lo scalo portuale

L'Autorità di sistema portuale dello Stretto, (Adsp), nell'ambito delle sue competenze, al fine di valutare lo stato delle infrastrutture marittime del porto di Saline e definire una strategia per il suo recupero funzionale, ha incaricato un gruppo di ricerca dell'Università Mediterranea per effettuare un primo studio tecnico.

Il report, consegnato nelle scorse settimane, dimostra che le problematiche del porto di Saline appaiono riconducibili alla mancata o non corretta gestione dell’infrastruttura e dei sedimenti, sin dalla sua realizzazione. Non ci sono problemi di impostazione del progetto originario, ma solo una non idonea gestione del trasporto solido (circa 40.000 metri cubi annui), da levante verso ponente, che ha causato l’accumulo di grandi quantità di materiali davanti alla diga di sopraflutto e poi l’insabbiamento completo dell’imboccatura. Per la completa rifunzionalizzazione sarà necessario ripristinare le strutture che hanno subito danneggiamenti come il molo di sottoflutto e conseguentemente le banchine di riva del tratto ovest e nord-ovest. 

Nelle more del completamento delle indagini in situ e degli studi meteo-marini, che costituiranno il punto di partenza per il nuovo sito portuale, nel primo report è stato anche valutato favorevolmente un ripristino parziale provvisorio dell’imboccatura con dragaggio di parte dei sedimenti accumulati, che consentirebbe di assicurare la navigabilità sia pure a mezzi nautici di piccolo pescaggio ed il possibile utilizzo della banchina retrostante alla diga foranea per l’impianto di una o più concessioni per il piccolo diporto e per la pesca. 

Il presidente dell'autorità, Mario Mega, ha così commentato: “I risultati degli studi condotti dall’Università Mediterranea ci tranquillizzano rispetto alla possibilità di operare il pieno recupero del Porto di Saline. I tempi non brevissimi per la redazione del nuovo piano regolatore portuale ed il costo importante dei lavori di ripristino, tuttavia, ci hanno portato ad immaginare questo primo intervento per poter quanto prima rimettere in funzione parte dello specchio acqueo e metterlo a disposizione del diporto per cui abbiamo rilevato in questi mesi molto interesse da parte di privati ed associazioni. Siamo fiduciosi che entro il prossimo anno possano essere avviati i lavori per i quali siamo disponibili ad investire risorse dell’ente". 

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