La Commissione europea ha dato un secondo parere favorevole alla richiesta da parte del governo della Francia di mettere al bando i voli a corto raggio. Si tratta in particolare delle rotte in cui i viaggiatori hanno a disposizione un'alternativa offerta dal trasporto ferroviario, che garantisca lo stesso spostamento in meno di due ore e mezza. Il primo via libera era arrivato a dicembre 2022. Atteso il contrattacco delle organizzazioni del settore aereo.
Giubilo invece tra gli ambientalisti. Anche se Sarah Fayolle, esperta di trasporti per Greenpeace Francia, è più dura e pronta a dare battaglia: "Quello francese oggi è un bando ipocrita, che è stato fatto per non avere nessun impatto reale, c'era una spinta per ridurre l'ambizione".
Bruxelles ha stabilito che al momento Parigi può mettere al bando solo tre rotte: i voli da Parigi-Orly a Bordeaux e quelli da Nantes e Lione. Altri tre collegamenti potrebbero essere aggiunti se dovessero migliorare le connessioni ad alta velocità (tra il "Charles de Gaulle" di Parigi e gli scali di Lione e di Rennes; tra Lione e Marsiglia), mentre non possono essere cancellati i voli tra Parigi e gli scali di Bordeaux e di Nantes.
Secondo l'associazione dei gestori aeroportuali Union des Aéroports Français (Uaf) le rotte messe al bando in Francia rappresentano solo lo 0,23% del totale. Ciò corrisponderebbe ad un taglio delle emissioni nocive pari allo 0,04%, come conferma Transporte Environment. Su queste basi è pronto un ricorso al consiglio di Stato francese che verrà presentato a febbraio.