La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sull'impennata dei prezzi dei carburanti. Questa settimana iniziano anche le ispezioni presso le stazioni di rifornimento. Il tema, che si è imposto nel dibattito pubblico all'indomani dello stop agli sconti sulle accise dal primo gennaio 2023, sarà discusso nel prossimo consiglio dei ministri, che si tiene tra pochi giorni.
Il Codacons "chiede al Governo di estendere l’applicazione della legge 231 del 2005 che vieta già gli aumenti eccessivi dei prezzi al dettaglio degli alimenti. Il divieto andrebbe introdotto anche per il comparto delle benzine indicando il prezzo anomalo, la percentuale massima di aumento dei listini oltre la quale scatta l’illecito sanzionabile", ha dichiarato il presidente dell'associazione consumatori, Carlo Rienzi.
Questo invece il parere di Bruno Bearzi, presidente della Federazione italiana gestori degli impianti di carburante (Figisc), che rappresenta 22.000 benzinai: tutto è dipeso dalla "decisione del Governo di cancellare lo sconto di 25 centesimi più Iva (fino 30,5 centesimi)". Dal canto suo "il gestore guadagna 3,5 centesimi sul self-service e 5 centesimi sul servito. Questi sono i margini che ha sul prezzo di listino imposto dalla compagnia".
Intanto, la Guardia di Finanza ed il ministero dell’Economia e delle finanze cercano prove di grave speculazione ai distributori, dove in alcuni casi il prezzo della benzina è arrivato a costare 2,5 Euro al litro. Gli agenti passeranno al setaccio soprattutto le stazioni di servizio situate lungo le autostrade, dove si registrerebbero i rincari più dolorosi. L’emergenza sarebbe meno forte nelle città e nei piccoli centri.