Per decarbonizzare il settore del trasporto aereo molte aziende investono in ricerca per lo sviluppo di biocarburanti. In particolare, il Sustainable Aviation Fuel (Saf) è una delle uniche soluzioni immediatamente efficaci. Tra queste società c'è anche l'Ente nazionale idrocarburi (Eni) che ha sviluppato un propellente denominato Eni Biojet.
"Per la nostra produzione utilizziamo solo scarti e prodotti vegetali che non rientrano nella catena alimentare e non interferiscono con l'agricoltura tradizionale. Abbiamo eliminato da qualche mese e in anticipo sui tempi l'olio di palma e abbiamo nuovi approvvigionamenti dall'Africa", spiega un dirigente d'azienda di Eni, Luca Alburno.
Eni Biojet è il primo carburante sostenibile di origine totalmente biogenica (materie prime di scarto, grassi animali, oli vegetali esausti), quindi naturale, prodotto nella raffineria di Livorno. È un prodotto studiato per essere miscelato al 20% con carburante tradizionale per aerei di origine fossile. Il propellente è realizzato in sinergia con la bioraffineria Eni di Gela.
Secondo gli standard dell'International Air Transport Association (Iata) i carburanti Saf possono essere miscelati ai propellenti tradizionali fino al 50%, senza sostanziali modifiche alle turbine degli aerei. Questo permette un loro impiegato con le stesse infrastrutture di rifornimento e senza la necessità di adeguare gli aerei o i loro motori.