Il segretario al dipartimento per l'energia degli Stati Uniti, Jennifer Granholm, ha ufficializzato che per la prima volta nella storia un gruppo di scienziati americani è stato in grado di produrre una reazione di fusione nucleare che genera più energia di quella necessaria per innescarla. Si tratta di una potenziale fonte di energia pulita, essenzialmente illimitata, che in un prossimo futuro, si parla di alcuni decenni, potrebbe essere utilizzata in ambito civile.
"Questo è un risultato storico per i ricercatori e lo staff della National Ignition Facility che hanno dedicato le loro carriere a vedere l'innesco per fusione diventare realtà, e questo punto di svolta sprigionerà altre scoperte. È un'importante svolta scientifica che porterà a progressi nella difesa nazionale e nel futuro dell'energia pulita", ha dichiarato Granholm.
La scoperta è avvenuta presso il Lawrence Livermore National Laboratory: quasi 200 laser hanno riscaldato gli atomi di idrogeno a temperature oltre 180 milioni di gradi fahrenheit e ad una pressione 100 miliardi di volte superiore a quella dell'atmosfera terrestre. Condizioni estreme che hanno creato il plasma, ossia la fusione degli atomi di idrogeno che hanno rilasciato grandi quantità di energia. Lo stesso processo alimenta il sole e le altre stelle.
In estrema sintesi, la fusione nucleare è considerata più ecologica rispetto alla fissione nucleare perché genera quantità minori di radiazioni e scorie più facili da gestire. Ciò consentirebbe di alimentare case ed uffici senza emettere gas serra nell'aria e senza generare rifiuti radioattivi, come avviene nelle tradizionali centrali a fissione nucleare. A differenza della prima, quest'ultima è una reazione in cui un elemento chimico, come per esempio l'uranio, è "bombardato" da un neutrone per spezzare il nucleo in due atomi distinti, generando energia.
"Si tratta di una delle sfide più significative mai affrontate dall'umanità", ma per l'uso commerciale della fusione nucleare "ci sono ostacoli molto significativi, non solo a livello scientifico ma tecnologico". "C'è bisogno di molte cose: bisogna essere in grado di produrre molti eventi di accensione per fusione per minuto e bisogna avere un robusto sistema di elementi di trasmissione per realizzarli". "Con sforzi ed investimenti concertati, ed alcuni decenni di ricerca sulle tecnologie necessarie, saremo nella posizione di costruire una centrale elettrica", ha spiegato il direttore del Lawrence Livermore National Laboratory, Kim Budil.