Gli industriali del Veneto rilanciano il progetto della metropolitana di superficie che collegherà i maggiori centri regionali del Patrevero, ossia l'area metropolitana che aggrega le città di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo. Ai promotori si è unita di recente anche Confindustria Veneto Est. A questa sfida si aggiunge il rilancio delle tratte ferroviarie per decarbonizzare il trasporto.
"C'è ancora tanto da fare, a partire dai passaggi a livello da eliminare. Stiamo spendendo risorse che non rientrano nel Pnrr che invece finanzia l'alta velocità Brescia-Padova e la bretella dalla stazione di Mestre all'aeroporto 'Marco Polo' di Tessera. L'appalto l'ha vinto la De Eccher e siamo felici che quest'opera venga finalmente realizzata: noi l'avevamo prevista come fase 2 dell'Sfmr", aggiunge l'amministratore delegato del Gruppo Net Engineering, Silvia Furlan.
Il progetto della metropolitana di superficie del Veneto risale al 1989 e prevedeva un treno ogni 15 minuti. Oggi l'opera va avanti con l'alta velocità Milano-Venezia (sarà completata nel 2028) ed il metrobus 2 e 3 a Padova (investirà 300 milioni di Euro). L'obiettivo è quello di collegare le 5000 aziende del quadrilatero ed i 270.000 addetti che vi operano.
Il punto debole è che dal 2018 la Giunta Zaia ha deciso di chiudere la collaborazione con Net Engineering, cedendo la gestione delle carrozze e dei binari a Rete ferroviaria italiana (Rfi). E se per completare la metropolitana di superficie occorrono 5-6 miliardi di Euro, il cambio di rotta della Regione predilige i collegamenti statali.