Il ruolo dei biocombustibili nella decarbonizzazione del settore dei trasporti dell'Unione europea è fondamentale. Basta guardare alla quota del loro utilizzo, circa l'83% del totale dei carburanti sostenibili utilizzati nel 2020. È quanto emerge da un rapporto realizzato dal centro Studi e ricerche per il mezzogiorno (Srm) di Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Politecnico di Torino. Elettricità, idrogeno, combustibili bio e sintetici giocheranno centrale nei settori aereo e marittimo, in sinergia con il fotovoltaico e l'eolico.
"Con lo scoppio del conflitto fra Russia ed Ucraina l'energia è stata sempre più associata a tematiche relative alla sicurezza di approvvigionamento. In tale contesto, esplorare il potenziale di carburanti alternativi che sostituiscano le fonti fossili diventa sempre più importante", ha dichiarato il responsabile European Regulatory and Public Affairs di Intesa Sanpaolo, Francesca Passamonti.
Il presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, ha aggiunto: "Dobbiamo guardare con crescente attenzione alla regione del Mediterraneo, un mercato giovane con un enorme potenziale per la produzione di energie alternative e rinnovabili. Il nostro Paese è il 'ponte' naturale tra Nord e Sud: occorre mobilitare investimenti infrastrutturali e le migliori competenze per farne occasione di crescita e sviluppo".
Tornando allo studio, nella regione del Mediterraneo il 94,2% dei consumi finali complessivi di energia nel settore dei trasporti è attualmente coperto da prodotti petroliferi: il 75,9% di questi ultimi è dovuto al solo trasporto su gomma. Secondo una stima, per sostituire i prodotti petroliferi in tutto il settore dei trasporti del Mediterraneo con carburanti sintetici, sarebbe necessario moltiplicare di tre volte l'attuale produzione di energia elettrica (6177 Twh/a); però poi se si adottassero combustibili sintetici nei trasporti aereo e marittimo ci sarebbe un taglio del 58% del fabbisogno di energia elettrica (1198 TWh/a).
Dal report emerge un andamento incoraggiante della transizione energetiche in Europa: l'uso del petrolio è in costante calo da 20 anni (dal 38,7% al 32,7%), mentre aumenta l'utilizzo del gas (dal 20,6% al 24,4%) e dei biocarburanti (dal 6,4% al 17,9%). Infine, i porti stanno diventando poli di sviluppo industriale ed energetico in quanto terminali di energie fossili e rinnovabili, nonché luoghi di sbocco di pipeline provenienti in particolare dal Nord-Africa. L'analisi complessiva mostra che i combustibili sintetici non possono rappresentare né un'alternativa ai combustibili fossili né un concorrente dell'energia elettrica.