“Il Trasporto pubblico locale non può essere equiparato e rientrare nella disciplina dei servizi pubblici locali, ma deve avere una sua specifica regolamentazione, attraverso l’elaborazione di un Testo unico che realizzi, in tempi rapidi, una seria riforma del settore, semplificando e razionalizzando la stratificazione delle norme che si sono sovrapposte negli anni”. È quanto dichiara in una nota Fit- Cisl a margine dell’audizione avvenuta questa settimana presso la commissione Trasporti della Camera dei deputati, in merito alla discussione dello schema di Dlgs. sul riordino della disciplina dei servizi pubblici locali, che include anche il Tpl e che dovrà essere approvato entro fine anno.
L’audizione ha rappresentato l’occasione per discutere ed esaminare le problematiche che caratterizzano da anni il comparto, a cui se ne aggiungono di nuove: l’eccessiva frammentazione delle imprese, la necessità di indicizzare il Fondo nazionale trasporti, il mancato riconoscimento di importanti quote dei ristori per i mancati ricavi da traffico delle aziende per gli anni 2021 e 2022 a causa della pandemia, la mancata erogazione da parte delle aziende della seconda tranche della una tantum pari a 250 Euro, la carenza di autisti, fino ad arrivare ai ritardi del rinnovo del Ccnl di settore, scaduto da più di quattro anni.
“Una situazione quest’ultima, sottolinea la Fit-Cisl, che acuisce il malcontento degli operatori già notevolmente gravati da condizioni lavorative critiche, sia per la difficoltà di conciliare vita e lavoro che per i salari troppo bassi, e non ultimo il fenomeno delle aggressioni, che li vede vittime di una violenza inaccettabile ed ingiustificata”.
“Servono regole certe e risorse adeguate per soddisfare la domanda di mobilità e garantire qualità ed efficienza del servizio, realizzando un sistema che sia sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale per i cittadini e le lavoratrici e lavoratori del settore. "Soprattutto, conclude la nota, servono norme stringenti e pene esigibili per coloro che si rendono attori di aggressioni violente nei confronti di chi assicura un servizio essenziale per le comunità”.
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