Di recente il presidente americano Donald Trump ha annunciato un ambizioso progetto (denominato Alaska Lng) per la costruzione di una pipeline in Alaska, questa avrà il compito di trasportare gas naturale liquido (Lng) destinato ai mercati asiatici.
L'idea alla base è quella di sfruttare le riserve presenti nel Paese per immettere nel mercato un prodotto, che in forma liquida può essere trasportato in Asia nel giro di una settimana o poco più. Il progetto prevede un percorso che si snoda lungo 1300 chilometri, quasi tutti sotterranei e con una sezione di 42 pollici. Il costo si aggira intorno agli 11 miliardi.
Per il momento si tratta più di una scommessa energetica, se da un lato Trump ha annunciato ingenti investimenti da parte Paesi come il Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Filippine dall'altro non ci sono ancora accordi vincolanti per l'acquisto del gas. I permessi federali, ottenuti già nel 2020 permetto al progetto di prendere vita. Una delle poche certezze, che noi apprendiamo dalla stampa locale, è che vi è un accordo preliminare con Great Bear Pantheon, società di esplorazione petrolifera, che prevede l'acquisto di una quota di gas sufficiente a soddisfare le esigenze del mercato interno. Sempre dalla stampa locale apprendiamo che mercoledì il ministero del commercio della Corea del Sud ha dichiarato che sono in corso delle trattative sul progetto, ma che si tratta di una fase iniziale.
Questo progetto negli anni è stato presentato diverse volte, ma oggi vede la partecipazione di un gruppo statunitense guidato da Glenfarne, (sviluppatore, proprietario, operatore e gestore industriale di asset energetici e infrastrutturali nelle Americhe, in Asia e in Europa) e il sostegno politico di esponenti come il senatore repubblicano Dan Sullivan, il quale ha affermato di aver personalmente presentato il progetto a Trump.