Il piano europeo auto presentato dalla Commissione europea presenta diverse lacune, tra cui: la mancanza di date precise, azioni concrete, responsabilità sull'attuazione e importi da allocare per le diverse misure. Anche il tema delle multe per i costruttori per il 2025 risulta affrontato in maniera insoddisfacente, e in aggiunta a tutto questo, come se non bastasse, non vi è alcun riferimento al settore dei veicoli industriali che sono soggetti alle stese normative. Il documento non si presenta come un vero piano d'azione, suscitando il malcontento di costruttori, sindacati e associazioni di settore. Anfia, in questo contesto, ribadisce l'esigenza di un dialogo.
“Apprezziamo gli stimoli allo sviluppo dei veicoli connessi e a guida autonoma e del software defined vehicle, ma con costernazione lamentiamo la mancanza di elementi fondamentali della transizione, tra i quali la neutralità tecnologica - ha commentato Roberto Vavassori, presidente di Anfia. La domanda rimane infatti: come verrà attuata nella pratica questa neutralità? Per sostenere la competitività e preservare l’occupazione, l’Ue deve abbracciare un portafoglio diversificato di tecnologie sostenibili, includendo, al 2035 e oltre, i veicoli ibridi sia plug-in che range–extender alimentati con carburanti di origine non fossile. Inoltre, se il vero obiettivo della Commissione rimane la decarbonizzazione, non vediamo alternative ad un progressivo piano di rinnovo del parco circolante auto, oggi vecchio di 12,5 anni e ad alte emissioni, che focalizzi le risorse su veicoli e componentistica prodotti in Europa. In assenza di questo piano, il settore è destinato a scomparire sotto i colpi della competizione cinese e della politica oltre atlantica”.
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