Continua senza sosta la tensione allo stabilimento Audi di Bruxelles, colpito dalla crisi del mercato dei veicoli elettrici ed a rischio chiusura. Anche se i lavoratori hanno riconsegnato le chiavi di 200 auto nuove sequestrate la scorsa settimana, i cancelli della fabbrica rimangono chiusi. Dominique Bray, portavoce del sindacato Cne, ha dichiarato che "i lavoratori si sentono traditi ed aspettano un segnale forte dalla direzione".
Le proteste sono iniziate a luglio, quando Audi ha anticipato la possibilità di chiudere il sito di Forest a causa della domanda insufficiente per i Suv elettrici Q8 e-tron. Dopo la pausa estiva, le cose sono peggiorate con l'annuncio di Volkswagen, che ha chiarito che non ci saranno nuovi modelli prodotti a Bruxelles nei prossimi anni. Questa dichiarazione ha alimentato il malcontento tra i dipendenti, che hanno reagito sequestrando le chiavi delle auto. L'azienda, dal canto suo, ha minacciato azioni legali.
Oggi è previsto un incontro decisivo con il ministero del lavoro. I sindacati cercano un "vero dialogo" per risolvere la situazione ed ottenere il pagamento degli stipendi, bloccati da lunedì. "Se non verranno offerte garanzie o compensazioni ai lavoratori, la situazione potrebbe degenerare", ha avvertito Bray, sollecitando la direzione a prendere misure concrete ed a stanziare risorse finanziarie.
Recentemente è stata sollevata l'ipotesi di un'acquisizione da parte di un investitore asiatico, ma questa prospettiva non convince i rappresentanti dei lavoratori. "L'unico investitore asiatico che ha visitato lo stabilimento non sembra avere le capacità finanziarie adeguate. Il suo bilancio è preoccupante, quindi non nutriamo speranze", ha commentato il portavoce del sindacato.
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