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Rischio sequestro per migliaia di autovelox

Disattivati dispositivi a Cosenza ed in altre 12 città italiane

La polizia stradale di Cosenza ha sequestrato e disattivato alcuni autovelox ritenuti illegali. Denunciato per frode nella pubblica fornitura il rappresentante legale della società che ha fornito i dispositivi di rilevamento della velocità. Ora il rischio è che gli automobilisti ai quali sono state comminate multe in città facciano riscorso al tribunale per chiedere l'annullamento delle sanzioni e la conseguente restituzione delle somme pagate. 

"Il ministro Matteo Salvini è al lavoro per mettere ordine in una situazione di caos. La salvaguardia degli utenti della strada e dei pedoni è una priorità, ma senza tartassare i cittadini con migliaia di autovelox illegali che non aumentano la sicurezza ma solo le multe", si legge in una nota diramata dalla Lega, il partito cui appartiene il titolare del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit). 

Il provvedimento riguarda lo scollegamento degli autovelox denominati T-exspeed v 2.0 a postazione fissa. Si tratta di apparecchi per la misurazione della velocità installati nella provincia calabrese ed in altre zone d'Italia: Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis. 

La disattivazione è stata disposta dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cosenza. Questa la motivazione: le verifiche hanno consentito di verificare "non solo la mancata omologazione ma anche l'assenza del prototipo del sistema di rilevamento, elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni rilevate". C'è "il rischio concreto di un danno erariale nel caso di ricorso da parte di utenti a cui spesso i giudici cui si rivolgono riconoscono oltre all'annullamento del verbale anche il risarcimento delle spese".

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