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Scambi commerciali giapponesi: deficit in aumento per yen debole

Impatto svalutazione moneta su economia e commercio nipponico

Nel mese di aprile, il deficit commerciale del Giappone ha subito un incremento di quasi l'8% rispetto all'anno precedente, causato principalmente dalla debolezza dello yen, che ha fatto lievitare il costo delle importazioni, bilanciando così i benefici derivanti dall'aumento delle esportazioni. Secondo il ministero delle finanze, le esportazioni hanno raggiunto 8,98 trilioni di yen (57 miliardi di dollari), mentre le importazioni sono salite a 9,4 trilioni di yen (60 miliardi di dollari), entrambe con un aumento dell'8% rispetto all'anno precedente. Di conseguenza, il deficit commerciale per il mese è stato di 462,5 miliardi di yen (3 miliardi di dollari).

Significativi aumenti nelle spedizioni verso l'Asia, gli Stati Uniti ed il Medio Oriente sono stati registrati, mentre le esportazioni verso l'Europa sono rimaste stabili. Le importazioni dagli Usa sono cresciute di quasi il 30%, con una spinta rilevante dalle importazioni di petrolio e gas dal Medio Oriente, che hanno segnato un incremento del 15%. Le esportazioni di veicoli hanno visto una crescita del 24% e quelle di macchinari elettrici del 16%. Inoltre, l'aumento delle importazioni di componenti meccaniche è stato alimentato dalla maggiore domanda di parti per automobili e chip per computer, in un contesto di ripresa della produzione automobilistica giapponese dopo le interruzioni causate dalla pandemia che aveva colpito le catene di fornitura globali.

Un ulteriore fattore che ha contribuito all'incremento delle importazioni è stato il rafforzamento del dollaro statunitense rispetto allo yen, con la valuta americana che è stata scambiata a circa 156 yen, rispetto ai 139 yen di un anno fa, raggiungendo ad un certo punto i 160 yen. Uno yen debole rende più costosi gli acquisti dall'estero per il Giappone, tuttavia, aumenta il valore dei ricavi internazionali convertiti in yen per grandi aziende come Toyota Motor Corp.

L'importazione di petrolio e gas naturale ha registrato un aumento di oltre il 23% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, ed anche le importazioni di prodotti alimentari e manifatturieri hanno visto un incremento.

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