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Sviluppo sostenibile del porto di Genova

Esperti del cluster marittimo a confronto

Come fare in modo che la logistica del nord Italia (e segnatamente il porto di Genova) possa essere concorrenziale con quella del Nord Europa e quindi interrompere il declino che da decenni impatta sulla competitività della Regione Liguria? È questo il tema al centro del seminario organizzato oggi dal Dipartimento economia dell’Università di Genova e Cieli (Centro italiano di eccellenza sulla logistica i trasporti e le infrastrutture), un’occasione di riflessione che assume ancora più urgenza anche sull’attualità genovese di questi giorni che evidenzia come le conseguenze della carenza di spazi portuali finiscano per influire sulla competitività delle aziende produttive del Nord Italia. 

 Allo stato attuale i porti del nord Italia sono serviti solo da navi oceaniche minori o feeder con conseguente maggiorazione dei noli marittimi e del trasporto marittimo a cui si aggiungono i limiti nella capacità ferroviaria e stradale delle infrastrutture di collegamento ai mercati del Paese. Non ci sono al momento soluzioni tradizionali per rispondere alle necessità di spazi portuali di almeno 600 ettari con spazi logistici limitrofi di tremila ettari e collegamenti efficienti con l’hinterland necessari per lo sviluppo del porto di Genova, in modo da essere più competitivo sia dal punto di vista operativo che economico. La soluzione Bruco, invece, combina gli alti fondali del Tirreno insieme agli spazi oltre Appennino sincronizzando il trasferimento dei container con le operazioni di carico e scarico delle navi e garantendo i rilevanti vantaggi ambientali e di decongestionamento della costa dal traffico camionistico, autostradale e ferroviario, indirizzando il traffico fuori dall’asse Milano-Torino e lungo un corridoio portuale diretto tra Genova e Rotterdam. Il porto olandese, infatti, nonostante la distanza offre costi logistici più ridotti grazie alla capacità di accoglienza delle grandi navi portacontainer.

Tra le direttrici di sviluppo del porto di Genova anche la specializzazione degli spazi dedicati alle attività portuali con la concentrazione a Pra’ del traffico pesante delle mega navi ed a Sampierdarena del traffico leggero di crocieristi, traghetti merci/passeggeri, autostrade del mare, altri container e merce varia insieme alla valorizzazione delle infrastrutture esistenti ed in costruzione a Genova, come la diga foranea che potrebbe restituire alla città un fronte mare di 14 km. L’attuazione del Bruco prevede anche la possibilità di risparmi energetici sui trasporti stimati in circa 300 mila tonnellate di gasolio mentre le tonnellate di CO2 emesse per ogni Teu trasportato potrebbero passare da 0,6 a 0,35 con un risparmio totale annuo di oltre 1,4 milioni di tonnellate di CO2, è stato sottolineato durante l’evento.

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