L'industria automobilistica europea deve essere sostenuta, perché se nei prossimi anni arretrasse ulteriormente la ricaduta al livello continentale sarebbe pesantissima. Lo ha riferito ieri l'Association des constructeurs européens d'automobiles (Acea), che raduna i costruttori europei dell'auto, tesi ribadita oggi dal management della divisione Italia del Gruppo Renault. Entro il 2030 si dovranno ridurre del 55% le emissioni, occorre ampliare l'utilizzo di efuel.
"Con oltre 13 milioni di lavoratori, il settore automotive è di primaria importanza nell'Unione Europea e la questione sollevata da Luca de Meo (presidente Acea, Association des Constructeurs Européens d'Automobiles) non riguarda un singolo brand, ma l'intera filiera europea", spiega Raffaele Fusilli, amministratore delegato di Renault Italia. Un discorso diretto anche all'Italia, che rischia di restare la Cenerentola d'Europa.
L'auspicio del manager è che la lettera scritta ieri da de Meo sia accolta dal Governo italiano, destinatario della missiva come gli altri esecutivi dell'Unione: "La filiera italiana, che era specializzata sui motori termici. Se non supportata rischia di perdere sotto ogni punto di vista. Ora è il tempo di sostenere in ogni modo il settore rispetto all'Asia, in tutta Europa. Poi, ad armi pari, ci giochiamo la partita. Una prima fase deve essere protezionistica".